Presentata istanza di way out

La Legge nr 49 del 8 aprile 2016 ha disciplinato la riforma delle banche di credito cooperativo, Bcc, introducendo rilevanti modifiche tese ad includere le Bcc in uno o più gruppi bancari cooperativi, nel contempo ha previsto una modalità di “way out”, come è stata definita la possibilità di uscita dal sistema Bcc.

In data 14 giugno la Banca Cambiano ha presentato alla Banca d’Italia l’istanza per effettuare la “way out” dal costituendo Gruppo Bancario Cooperativo. La Banca Cambiano non aderisce alla Federazione delle Bcc dalla fine degli anni ’70 (allora le Bcc si chiamavano Casse Rurali ed Artigiane) e la way out è stata la naturale evoluzione della propria storia più che centenaria: la Cambiano, fondata il 20 aprile 1884, è infatti la banca di credito cooperativo più antica operante in Italia. Il rientro in Federazione avrebbe rappresentato una sorta di “way in” che sarebbe stato in netto contrasto con le strategie perseguite positivamente negli oltre 40 anni di distacco dalle strutture federative e come tale difficilmente condiviso dai soci.

L’operazione prospettata alla Banca d’Italia vede compartecipe la Banca AGCI Spa quale struttura alla quale la Cambiano conferirà il proprio ramo bancario. La Banca AGCI spa è stata costituita nel 2008 nell’ambito dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane alla quale aderisce anche la BCC di Cambiano. Questa banca, costituita sotto forma di spa e come tale idonea a consentire il conferimento dalla Cambiano per la way out, ha sede a Bologna e filiali a Torino e Roma. Con Banca AGCI sono stati definiti accordi di massima positività stante la consolidata relazione collaborativa che ci ha visti insieme fino dalla sua costituzione.

A tale proposito il Presidente di Banca AGCI, Giorgio Brunelli, ha dichiarato: “La Governance aziendale è da sempre molto attenta all'evolversi delle situazioni contingenti del sistema bancario nella convinzione che, qualsiasi eventuale opportunità di rafforzamento della Banca debba essere valutata con attenzione sempre nell'ottica di perseguire, in via prioritaria, gli interessi della compagine sociale e di tutta la clientela. Questa non ha mai fatto mancare la propria fiducia all’Istituto dimostrando, nei fatti, un rapporto di spiccata fidelizzazione a dispetto della giovane età della Banca. In questa ottica è stato valutato ed accolto con entusiasmo il progetto di aggregazione, tramite il disposto della cosiddetta way out, con gli amici della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, nella convinzione che l’operazione possa segnare per Banca AGCI un punto di svolta determinante in senso positivo sotto l’aspetto strutturale, patrimoniale e strategico. Si permetterà così alla stessa di sviluppare le proprie aree di insediamento mantenendo i principi ispiratori che hanno animato e condotto la vita della banca sin dalla sua costituzione e conferendo maggior vigore alla vitalità aziendale anche in un’ottica di maggiore competitività e complessità derivante dalla progressiva integrazione bancaria in atto sia a livello nazionale che europeo. La storia di Banca AGCI, anche tramite il comune denominatore del network Cabel, si interseca con la vita aziendale della Bcc di Cambiano sin dall’avvio della attività, pertanto l’operazione che ci apprestiamo a compiere, oltre a costituire una grande opportunità per i motivi già delineati, rappresenta la normale prosecuzione della nostra attività”.

La nuova denominazione sociale della Banca dopo il conferimento sarà “BANCA CAMBIANO 1884 Spa”. Il ramo bancario conferito dalla Cambiano rappresenterà circa il 92% del patrimonio della nuova realtà; i circa 350 soci attuali di Banca AGCI deterranno il restante 8% della banca.

Sul punto il Direttore Generale della Banca AGCI, Bruno Chiecchio ha dichiarato: “Stiamo realizzando una cosa nuova. Non siamo di fronte alla classica fusione vecchia maniera, spesso resa necessaria per risolvere, o tentare di risolvere, situazioni di criticità, ma siamo alla creazione di una struttura per gestire sviluppo e consolidamento con la capacità di governare le innovazioni che si renderanno, e lo sono già, necessarie per stare sul mercato”. Il Direttore Generale della Cambiano, Francesco Bosio afferma: “Un punto di forza della nuova dimensione bancaria sarà dato dalla condivisa cultura della relazione con il cliente accompagnata da tecnologie evolute, sulle quali non poca rilevanza avrà il recente accordo tra Cabel ed Oracle, da un’accresciuta gamma di prodotti e servizi e, soprattutto, da una nuova politica commerciale con la connessa adeguata struttura operativa”.

Il Presidente della Cambiano Paolo Regini riassume: “Come alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, la scelta di impostare la Cambiano in autonomia rispetto alle strutture federative è risultata vincente ed ha rappresentato un aspetto rilevante anche per il nostro successo, altrettanto sarà per la scelta della way out per i prossimi decenni”.

Fra le 14 Bcc che avevano i requisiti patrimoniali stabiliti per legge per aderire alla way out, sulle oltre 360 esistenti a livello nazionale, la scelta risulta essere stata fatta, come ampiamente riportato anche dai media, oltre che dalla Cambiano anche da ChiantiBanca e Cassa Padana. Tre su quattordici: il 21%, una parte rilevante considerando anche il costo della “imposta” sull’operazione stabilito dalla norma nel 20% del patrimonio esistente al 31.12.2015 ed i termini volutamente strettissimi, 60 giorni, che non hanno consentito che si determinasse tra le BCC intenzionate a non aderire al modello cooperativo sopra menzionato, un ampio coagulo decisionale necessario per dar vita ad aggregazioni intorno alle bcc abilitate alla way out.

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Comunicato stampa