Il turismo in Valdelsa e Valdarno inferiore


La Banca di Credito Cooperativo di Cambiano per il Turismo: guadagnare in autorevolezza nel mercato turistico dando vita a un sistema unico e inderogabile della destinazione Come individuare un sistema integrato in grado di richiamare turismo di qualità che porti sviluppo in tutta l’area, e induca i distretti della Valdelsa e del Valdarno Inferiore, vera “eccellenza” a livello regionale, a fare rete, anche in collaborazione con i grandi poli urbani, già con ingenti flussi a livello regionale, e trovare un “sistema unico” che metta in rete gli operatori turistici pubblici e privati?
Questa la domanda della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, che ha commissionato il volume “Il Turismo in Valdelsa e Valdarno Inferiore”, al Centro Studi del Touring Club Italiano e alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, presentato al Teatro di Castelfiorentino. Un nuovo tassello della Banca Cambiano all’impegno profuso, sin dal 2002 alla sensibilizzazione sul valore strategico del turismo sull’economia e alla promozione di un “sistema unico” operativo che permetta al turismo di non perdere quel privilegiato ruolo culturale ed economico tipico nella società valdelsana.
“In un momento di grande difficoltà economica, ha afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano occorre ribadire, oggi più che mai, che il turismo costituisce e costituirà per il futuro la salvezza dell’Italia. Per questo motivo è fondamentale che territori come quelli della Valdelsa e del Valdarno Inferiore, che custodiscono un patrimonio ambientale e culturale rilevantissimo, riescano a proporsi sul mercato in modo coordinato, creando un vero e proprio sistema d’offerta”.
Dai dati contenuti nella pubblicazione, emerge un calo dell’offerta ricettiva, nella nostra regione, del 6,2%, con un picco del -13,3% per la provincia di Lucca, mentre la provincia di Firenze registra un -1,9%. La media della Toscana è comunque migliore, rispetto a quella nazionale, che fa registrare un -13,8%. Nell’Empolese Valdelsa l’offerta ricettiva è invece calata del 10,5%. Cresce però la permanenza media dei turisti, che in Toscana si attesta sul +3,8%, contro una media del +3,9% in Italia. Il comune dove si è registrato il maggiore incremento è quello di Livorno (+6,5%) seguito da Massa Carrara con il +5,6% e da Grosseto con il +5,5%. Nel circondario della Valdelsa la permanenza media è cresciuta del 5,4% con Montaione (+7,9%) a fare da capofila. Bene anche le presenze nel Circondario con una media generale del +28,7% e punte del +238,7% a Fucecchio e +172,3% a Vinci. Per quanto riguarda gli arrivi, unico comune a viaggiare in negativo è Empoli con un -5,2%, mentre la media del Circondario arriva ad un +34,4%. Tra le strutture ricettive preferite dai turisti, al primo posto ci sono le case in affitto (24,5%), seguite dagli agriturismi (21,7%) e dagli hotel (21%). Solo il 2,4% sceglie il Bed & Breakfast. Le indagini, che si basano su dati forniti dall’Osservatorio Regionale sul Turismo e da dati Istat, hanno permesso di delineare anche il “profilo” del turista che visita la Toscana. Il visitatore infatti quasi sempre dimostra di essersi già documentato sul territorio che lo ospiterà, sceglie di alloggiare in strutture ricettive decentrate rispetto al Comune e si interessa non solo all’arte, ma anche ad altri aspetti del territorio (enogastronomia, musica, natura). La maggior parte delle prenotazioni, poi, viene effettuata attraverso il web. “La metodologia di indagine – basata su strumenti ICT e progettata come “rete di rilevazioni”, costituisce uno strumento valido, perché riesce a cogliere i flussi turistici tra i territori e la presenza di un mix di turismi culturale, ma anche gastronomico e paesaggistico”, ha chiarito la docente del Sant’Anna di Pisa Francesca Maria Romano. Dalla ricerca e dagli interventi emerge la necessità che gli operatori pubblici e privati mettano in atto strategie e azioni convergenti in grado di tutelare le risorse del territorio, incrementare la qualità dell’offerta, migliorare la distribuzione e la gestione dei flussi turistici e accrescere la visibilità di quest’area, attraverso una piattaforma dove il territorio nel suo complesso, e non i singoli luoghi, sia punto unificante ed elemento distintivo comune e forte.
La proposta scaturita nell’incontro è di creare una rete che confluisca in un marchio d’area unico, il brand di destinazione, attraverso il quale sviluppare la strategia di comunicazione e promozione turistica dell’intera area. Una marca capace di parlare il linguaggio dei pubblici di riferimento, espressione di un prodotto-destinazione unico, dotato di forte identità e con caratteristiche scarsamente imitabili.
Auspicata per questa finalità la creazione di un nuovo portale web, base operativa e punto di raccolta di tutte le principali informazione sulla destinazione: uno strumento di sintesi di informazioni e di suggerimenti mirati per il turista, creato mettendo a fattor comune i contenuti dei siti già esistenti (testi immagini, video). Oltre al portale 2/2 e agli uffici informazione multimediali in futuro, si potranno collocare totem, dotarsi di un conctat center, di dispositivi mobile (iPhone, iPad) e favorire l’integrazione con altri siti.
Francesco Bosio, direttore della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano ha sottolineato, concludendo, la necessità di “fare sistema” per aumentare la competitività dell’offerta turistica del nostro territorio. Nello specifico, Bosio ha sottolineato come la Toscana sia ricca di patrimonio artistico, tanto che ha ben 6 siti inseriti nel patrimonio Unesco ed è la prima regione in Europa ad avere la maggior concentrazione di risorse artistiche culturali. Per valorizzare al meglio questo patrimonio, tuttavia, occorre contrastare il classico turismo “mordi e fuggi” e promuovere un turismo che valorizzi tutta la ricchezza del territorio. Secondo Bosio, infine, è arrivato il momento di accantonare l’idea che ognuno deve farse il proprio consorzio di riferimento, riunendo tutto sotto lo stesso brand, dando vita così ad un sistema unico e inderogabile.
“Con l’obiettivo di coniugare lo sviluppo economico con una migliore qualità della vita e di rendere disponibile questo modello di crescita virtuoso anche a tutti gli altri territori interessati”, aveva aperto l’incontro Paolo Regini, Presidente della Banca.
Oltre ai due relatori citati, molto interessanti gli interventi di Cristina Acidini, Sovrintendente del Polo Museale Fiorentino e di Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani.
“Il lavoro realizzato dalla Banca Cambiano offre vari spunti di riflessione. – ha commentato Cristina Acidini – Il primo è la grande opportunità offerta da internet, che è uno strumento indispensabile per valorizzare il patrimonio che si ha e che si intende far conoscere. Dobbiamo poi fare i conti con i feedback che si ricevono dai fruitori dell’offerta turistica. Occorre poi rinsaldare i rapporti tra Firenze e il territorio che la circonda, perché il patrimonio artistico degli Uffizi, ad esempio, non può essere appannaggio solo del capoluogo, ma deve essere condiviso anche con le altre realtà del territorio”.
“Il volume della Banca Cambiano ci dice una cosa importante, ovvero che la cultura è la prima forma di attrazione per i turisti che vengono a visitare le città della Toscana. – ha affermato Antonio Paolucci – Inoltre vengono fuori i tre grandi limiti che abbiamo, nell’attrarre offerta turistica. Il primo è la stagionalità, ovvero che le presenze si concentrano solo in determinate stagioni, un altro aspetto è rappresentato dalla difficoltà di raggiungere i luoghi periferici ai grandi centri urbani, mentre il terzo aspetto riguarda la mancanza di un coordinamento degli operatori turistici per arrivare ad un’offerta integrata”.
Infine sono intervenuti anche gli operatori del settore, che hanno raccontato le loro testimonianze legate al turismo e all’offerta turistica del territorio. Tra questi, anche Albiera Antinori, dell’omonima casa vinicola, che ha raccontato come la sua azienda abbia investito nella riqualificazione delle cantine, per renderle più moderne e, soprattutto, visitabili ai turisti, incrementando di conseguenza le opportunità sia per i visitatori, che per l’azienda stessa.

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